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L’Approccio narrativo
 

Cosa intende per Psicologia? Come, in base a questa Idea della Psicologia, pensa che io possa esserle utile per risolvere il suo Problema?

Queste domande sembrano un po’ bizzarre! Forse la risposta potrebbe essere “non lo so, in fondo è lei l’esperto!”.

Invece per uno psicologo che si ispira all’Approccio narrativo, queste domande sono assolutamente legittime, anzi… sono proprio l’inizio di una NUOVA STORIA che psicologo e cliente si accingono a vivere insieme.

 

L’Approccio narrativo rientra in una prospettiva definita post-psicologica: chi assume quest'ottica, sostiene che le Grandi Narrazioni Culturali (di cui fa parte anche la Psicologia stessa) - per come le persone che si presentano in studio le hanno interiorizzate - hanno in qualche modo compartecipato a scrivere la Narrazione che le persone si raccontano su Sé stesse e sul Mondo.

Siccome tale Narrazione ha portato il soggetto ad essere infelice, occorrerà riscrivere tale Racconto in modo che si realizzi il potenziale creativo della persona, finalmente libera dalle vecchie storie che la opprimo: tutto è discutibile! Tutto può essere oggetto di una nuova Narrazione... perché come ha mostrato un grande studioso, quale M. Faucoult, nulla è scevro dai condizionamenti del potere.

 

Applicando questa prospettiva alla pratica clinica, M. White fondatore di questo approccio, si rese conto che le persone si identificavano così tanto con i brani della loro vita, da considerarsi problematiche.

E invece, come ripetono gli psicologi narrativi: “La persona non è il problema. Il Problema è il problema”.

Effettivamente capita a tutti noi, quotidianamente, di essere così assorti nei nostri problemi, nel lavoro, nelle relazioni che ci fanno soffrire, da considerarci “sbagliati”. Invece dovremmo considerare queste situazioni come qualcosa che non appartiene ad una nostra “sostanza intrinseca” ma che in qualche modo ci colpisce da fuori. Questo è il principio alla base dell’Approccio narrativo: viene definito ESTERNALIZZAZIONE.

Da essa discendono varie tecniche, tutte veicolate dal canale magico delle domande, che lo psicologo narrativo utilizza per permettere al cliente di scrivere una Nuova Narrazione su de sé e il suo mondo, più in linea con le proprie speranze e valori, piuttosto che con i problemi che la affliggono.

 

Nella pratica clinica trovo utile applicare questi strumenti psicologici soprattutto con quelle problematiche altamente "internalizzanti", si pensi ad esempio agli attacchi d'ansia o ai casi di depressione, in cui le persone si condannano perché si sentono colpevoli e sbagliate.

 

 

*Questa è chiaramente un’introduzione per nulla esaustiva. Ad esempio parlando di depressione, a seconda della gravità, risultera un lavoro complesso che talvolta si dovrà compiere in collaborazione con altri strumenti: terapeutici, psicoterapeutici e farmacologici, in collaborazione con altri professionisti.

 

Carlo Paone 

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